La Befana


28° edizione

5 gennaio 2022


Vincitrice


OH BEFANA, FATTI AVANTI!


Vecchia e brutta è la Befana,
con le toppe alla sottana,
naso adunco, senza denti,
assai gobba, passi lenti.


Dice un detto "Donna brutta
lascia l'uomo a bocca asciutta"
ma non val per la vecchietta
perché ognun l'ama e l'aspetta.


Oh Befana, vieni avanti,
rallegrar fai tutti quanti,
non importa vecchierella
se non sei graziosa e bella!


Oggi il mondo dà importanza
a denaro ed eleganza,
tu ci porti un gran valore
la ricchezza dentro il cuore.


Mal vestita, senza trucco,
fai restar tutti di stucco
per il bimbo e la bambina
sei una mitica fatina.


Oh Befana, vieni avanti,
rallegrar fai tutti quanti,
non importa vecchierella
se non sei graziosa e bella!



Il tuo arrivo è ben gradito
nessun guarda il tuo vestito.
Passa il tempo, mai tramonta
quel che vale, ciò che conta.


Orsù dunque mie fanciulle,
ritoccate, assai fasulle,
solo dedite all'aspetto:
coltivate amore e affetto!


Oh Befana, vieni avanti,
rallegrar fai tutti quanti,
non importa vecchierella
se non sei graziosa e bella!


Generosa, vecchia donna,
tutti intorno alla tua gonna,
per vederti facciam gara,
sei gentile, la più cara.


Così avanza la Befana,
con le toppe alla sottana,
col sorriso senza denti,
piace a tutti e fa contenti.


Oh Befana, vieni avanti,
rallegrar fai tutti quanti,
non importa vecchierella
se non sei graziosa e bella!

Di Pietropaolo Pighini


Menzioni di merito:



La magia di Befana



Schioccava il ceppo, drento 'r camino,
dove ci stava attaccato un carsino,
la fiamma allegra, illuminava
il viso der bimbo che tanto sperava.

Guardava ardere quei pochi stecchi,
mentre sognava due fichi secchi,
un par di noci, un mandarino,
Infondo era un bravo bimbino.

E mentre questo, s'immaginava,
dalla finestra ogni tanto guardava,
l'aria era fredda, il buio scendeva,
ma la befana non si vedeva.

Il povero babbo, gli era alla stalla,
nel piatto una fetta di pulenta gialla,
nonna ner canto, a riconcià,
mamma era morta quattr'anni fa'.

Ed ogni volta, che la pensava,
di ricordarsi il suo volto bramava,
ma era sfumato il liso ricordo
di quel bel viso, bianco e rotondo.

Il fuoco si spense, l'uscio fu' chiuso,
e Giovannino con fare deluso,
montò le scale, entro nel lettino
con il pensiero a quel vuoto carsino.

Mentre dormiva, sotto il coltrone,
nella cucina sentì confusione,
un po' impaurito, quer bamboretto,
misse i piedini fuora dal letto.

Prima di scende', prese la canna
Che nonna tieniva appoggiata alla scranna,
scese le scale, pianin pianino
e vidde una vecchia girata ar camino.

Rimase impietrito, senza parola,
fiatava a stento, ir cuore era in gola,
la vecchia disse, "posa la canna
vieni a abbracciammi che son la tu' mamma."

A lui si voltò, con un gran sorriso,
e Giovannin riconobbe il su' viso,
era brillante, come una stella,
di quelle in cielo fu lei la più bella.

Prese il suo bimbo, fra le sue braccia,
lo strinse forte gli baciò la faccia,
gli sussurò "sei un bravo bimbino,
ma ora ritorna nel tu' lettino."

Lo strinse ancora, forte al suo petto,
gli disse "al mondo tu sia sempre retto,
e più non pianger per me o mio piccino,
che la tu' Mamma ti è sempre vicino."

Al su' risveglio, il bamborino,
corse veloce veloce ar camino,
quella mattina, nel su' carsino,
c'eran le noci i fii e 'r mandarino.

Non era pieno, no quel carsino,
ma era felice il buon Giovannino,
il dono più grande e di immenso valore,
non riempì il carsino, ma gli riempì il cuore.
Di Marco Nicolosi

 


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